Un ricetta allegra e veloce: risotto con zucchine e gamberetti.
Come sempre dall’orto alla tavola con Seminala.
Giallo, verde, bianco, rosa, gioia, dolcezza, delicatezza, terra ed acqua insomma un movimento di elementi per questa ricetta classica, ripescata da un libricino di cucina ormai “vintage”.
Nel rispetto delle norme anti-covid, munita di guanti e mascherina finalmente dopo giorni si esce per bere un caffè e chiacchierare con un’ amica. Un desiderio di “normale socialità” si concretizza.
Le vetrine colorate dei negozi colpiscono la nostra vista così come lo scambio di sguardi con le poche persone che si incrociano a distanza. Finalmente il primo acquisto: una pentola. Ma perché una pentola tra le tante cose viste?
Verso le 12 ci si rimette ai fornelli ma prima una sbirciatina all’orto.
Foglie immense di un verde brillante ed un raggio giallo attirano la mia attenzione. Le prime zucchine. Quest’anno Seminala sperimenta quelle gialle.
Perfetto ci siamo: zucchine gialle, cipolla, gamberetti, riso e brodo vegetale questo l’occorrente per una pausa pranzo leggera e veloce.
Dosi: 320 gr di riso | 300 gr di gamberetti lessati | n.2 zucchine |n.1 cipolla |brodo vegetale (1l circa) |burro | sale.
Procedimento: tagliare a rondelle le zucchine (queste gialle sembrano essere più sode rispetto a quelle verdi), tritare la cipolla, lessare a parte i gamberetti (se si usano quelli surgelati).
Soffriggere la cipolla con una noce di burro e quando è ben profumata aggiungere il riso e tostarlo. Unire i gamberetti e le zucchine. Continuare la cottura aggiungendo gradualmente il brodo vegetale (caldo). Regolare di sale e ricordarsi di mescolare. Dopo circa 15 minuti il risotto è pronto. Per amalgamare il tutto aggiungere un cucchiaino di panna da cucina o una noce di burro. Lasciare riposare a fiamma spenta per qualche minuto e portare in tavola.
Il giallo oro dello zucchino ha rallegrato la vista e la delicatezza del piatto il palato. Un ottimo risultato per ricordare la prima giornata serena di rientro nella società e forse il mio acquisto tanto casuale non era. Chissà…se ci pensi quando accantoni la paura riscopri l’esigenza materiale di esistere e forse il pensiero va al primo bene utile ed essenziale che ti serve per vivere: “il cibo” e la terra te lo propone.
