Nella nostra terra di pianura l’estate sta donando sole, caldo, vegetazione rigogliosa e nei nostri giardini svettano le fioriture degli oleandri. Le foglie lanceolate di un verde brillante accolgono in cima ciuffi di fiori semplici o doppi, i colori sono molteplici, le tonalità si rincorrono dal bianco al crema al giallo chiaro al paglierino, ma la gamma dei rosa è la più rappresentata. Il ricordo corre ai primi anni del mio lavoro nel mondo del verde quando gli oleandri, nelle nostre zone, venivano coltivati quasi tutti in vaso.
Negli anni 80′ gli inverni rigidi con temperature sotto lo zero per periodi prolungati sconsigliavano la messa a dimora in piena terra. Oggi l’oleandro abbellisce i nostri giardini per tutta l’estate e ci regala fioriture prolungate e piante rigogliose. Certamente la coltivazione in piena terra, la rusticitá dell’arbusto e il clima più mite hanno contribuito alla sua propagazione.
Ma sai chi e cosa è l’oleandrina? Il nome sembra balzar fuori da qualche favola del regno vegetale e sicuramente il suo suono dolce potrebbe trarci in inganno. Purtroppo però si tratta di una sostanza tossica presente in tutta la pianta dell’oleandro.
Seminala ti consiglia di approcciarti all’oleandro per potature, pulizia foglie secche, pulizia rami dai semenzai sempre con un paio di guanti. Tutte le parti dell’oleandro sono velenose. Foglie, fiori, corteccia, semi, radici.
Ricorda di non seccare rametti vari da usare per il barbecue! Il fumo è velenoso e il cibo cotto sulle sue braci pure. Anche una pianta velenosa però si può svelare un valido alleato per la lotta contro il cancro. È proprio l’oleandrina che ha una potente attività antitumorale.
Questo veleno fu studiato in passato ma anche oggi è al centro di sperimentazioni su varie forme tumorali quali leucemie, melanoma, carcinoma del pancreas e del colon.
Seminala con te ammira, coltiva, pota, innaffia e osserva l’oleandro ma ti sconsiglia qualsiasi uso autodidatta di infusi e tisane varie con foglie, corteccia o altro.