Forse lo hai incontrato ai margini della campagna, al delimitare di un bosco o lo hai visto in qualche giardino o come siepe impenetrabile.
Forse ti ha stupito per i suoi fiori bianchi, ti ha punto con le sue spine, o ti ha fatto strizzare gli occhi assaggiando una delle sue bacche blu un pò acidule.
È il prugnolo selvatico, una pianta a cui non si presta tutta l’attenzione che merita.
Le bacche blu sono ricche di vitamina C ed altri elementi che favoriscono l’appetito, regalano una sensazione rinfrescante, ed hanno una funzione astringente.
Le prime gelate autunnali le rendono morbide e pronte per essere raccolte.
Se le trasformi in succo fresco sono un ottimo collutorio e un buon calmante in caso di gengiviti.
Seminala ti sprona ad osservare ed a scoprire i doni che la natura ci offre da millenni e che ora più che mai ci forniscono le armi per prevenire i “malanni della nostra epoca”.
Per utilizzare le piccole drupe del prugnolo selvatico e mangiarle durante l’inverno,
Seminala ti riporta questa ricetta :
Gin alle prugnole
250 gr. di prugnole | 250 gr. di zucchero | ½ l. di gin.
Metti tutti gli ingredienti in un vaso a chiusura ermetica, riponilo in un posto buio
e lascialo riposare per almeno tre mesi.
Ricordati di agitarlo ogni settimana. Filtra e imbottiglia.
Servilo a una temperatura fresca come liquore dopo pasto.
(*tratta da “I quaderni del Parco” – Parco Oglio Nord)