Imponenza ed eleganza fanno dell’ ippocastano una pianta ricercata per abbellire viali, parchi e giardini.
Nel 1600 venne importata dalla penisola balcanica e diffusa in tutta Europa.
La sua ombra fitta è una piacevole oasi verde in cui sostare, un grande ombrello per ripararsi dal sole e dalla pioggia.
In primavera l’ippocastano si riempie di grandi fiori odorosi piramidali con una corolla a 5 petali dai colori bianchi, rosa e gialli.
Si pensa che la loro vista regali calma e ordine alle persone pensierose.
Protesi verso il cielo sembrano candele mosse dal vento.
L‘ippocastano è definito “castagno o castagna dei cavalli” poichè i semi, ricchi di fecola,
si usavano per alimentare i cavalli.
In passato si teneva nella tasca del cappotto, per tutto l’inverno, una “castagna matta”
per allontanare il raffreddore, mentre nella medicina moderna gli estratti dell’ippocastano sono utilizzati come rimedio per la cellulite, le emorroidi e le vene varicose.
Seminala ti riporta un breve pensiero dal diario di Anna Frank:
«Nelle città di polvere e rumore, io, per primo, annuncio l’arrivo della primavera. In aprile si schiudono le mie gemme
e con identico slancio spuntano foglie e fiori. Io sono un ippocastano.
Da oltre centocinquant’anni, vivo in un giardino al numero 263 di Prinsengracht, ad Amsterdam»